l'industria del tabacco: la situazione attuale



Nel 2017 il mercato del tabacco ha generato a livello globale un giro d'affari di circa 764,5 miliardi di dollari, mercato controllato da una cerchia ristretta di società, ecco le più importanti: Philip Morris, Japan Tobacco, BATS, Imperial Brands, Altria e China national Tobacco (mercato cinese).
Il tabacco è uno dei business più redditizi al mondo, pensate che la media della marginalità netta delle società del settore è intorno al 20%. Sono riusciti infatti negli anni sia a fare molto meglio del mercato azionario ma anche a distribuire generosi dividendi agli azionisti.
Nel 2017 le 5 società più grandi del tabacco hanno distribuiti circa 20 miliardi di dollari solo in cedole.

Negli ultimi anni però la situazione è diventata molto più incerta e il futuro meno roseo.
Nel 2018 le azioni delle big del tabacco hanno perso spesso e volentieri più del 30% in borsa, arrivando a toccare livelli che non si vedevano da anni.
Il ribasso è scaturito in seguito ad alcuni avvenimenti, il più importante è sicuramente il piano per la riduzione del consumo di tabacco annunciato dalla Food and Drug Administration americana, in cui veniva proposta una legge per l'introduzione di un tetto massimo al livello di nicotina.

Oltre a ciò, negli ultimi 10 anni il numero totale dei fumatori si è notevolmente contratto, in seguito sia a campagne contro il fumo e sia per una maggior consapevolezza da parte del cittadino medio riguardo ad esso.

2007-2017 evoluzione del numero dei fumatori nei principali paesi a livello mondiale:
Stati Uniti dal 19,7% al 14,6%
Germania dal 23,7% al 21,8 %
Italia 23,4% al 19,3%
Francia dal 29,1% al 27,8%
Regno Unito dal 20,2% al 17%
Giappone dal 26,3% al 19,3%
Cina stabile al 27%, unica eccezione a livello mondiale

Per capire meglio l'impatto a livello societario, nel 2012 Philip Morris International dichiarava oltre 927 miliardi di unità vendute all'anno, a fine 2017 i volumi erano scesi a 798 miliardi.
In cinque anni il calo è stato di quasi il 14% ed è un fenomeno che ha riguardato senza esclusioni tutte le grandi multinazionali del tabacco.

Le contromosse delle big del tabacco

Per risolvere la crisi della diminuzione del numero di fumatori queste società hanno principalmente agito su due fronti:


  1. Aumento dei prezzi dei pacchetti di sigarette
  2. Sviluppo di nuovi prodotti detti RRP (reduced risk product)
Entrambe le strategie però hanno mostrato i loro limiti.
L'aumento dei prezzi è insostenibile su un orizzonte temporale troppo lungo ed inoltre, nonostante le persone continuino a comprare sia per la fedeltà al marchio e sia per la dipendenza dall'uso di sigarette, tirare troppo la corda non è possibile o almeno è una strategia che fa perdere fette di consumatori.


Per quanto riguarda invece lo sviluppo dei prodotti RRP  (tutti quei prodotti che cercano di diminuire i danni relativi al consumo di tabacco ), per quanto sia una strada percorribile, questi prodotti almeno per il momento non hanno una grande fama tra i consumatori ed inoltre non si avvicinano minimamente alla redditività che genera la semplice vendita di sigarette. E' ancora un mercato estremamente competitivo che necessita di ingenti investimenti senza un ritorno "certo".

Concludo constatando che il volume del giro d' affari dell'industria del tabacco rimane impressionante ma che una possibile conversione del vecchio modo di pensare il fumo:le sigarette, in uno più moderno e meno pericoloso come le sigarette elettroniche e similari potrebbe ridurre notevolmente i margini delle società e questo per un investitore non è mai una buona notizia.

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