La mossa di Reckitt Benckiser: azzardo o intuizione?

La scorsa estate Reckitt Benckiser ha venduto la sua divisione food per 4,2 miliardi di dollari, cedendo così tutti i suoi marchi all'americana McCormick.
Reckitt società che ha sede a Slough, Inghilterra, da anni è una delle aziende leader nel settore dei prodotti di pulizia e della cura della persona.
Famosa nel mondo con marchi del calibro di Durex e Gaviscon.

Non essendo il food la sua divisione di punta, ricoprendo una quota poco sotto il 5% sui ricavi, Reckitt ha deciso di fare cassa e vendere.

Appena appresa la notizia ho subito pensato alla vendita della del Clima da parte della De Longhi, di cui ho parlato in un mio precedente post che potete leggere qui.

Le aziende capaci di emergere sul lungo periodo e continuare a crescere devono saper scegliere e concentrarsi  su meno settori (quelli più redditizi e focalizzati sul business principale) a volte può essere una scelta vincente.

Immaginate di avere un ristorante e fare alla perfezione la pasta, invece sulla pizza a volte i clienti sono scontenti e proprio vi viene male. Ci sono due possibilità, o si smette di fare la pizza e si investono quei soldi per migliorare e accrescere la vendita di pasta, o si continua ad investire nella pizza con il rischio di limare però le entrate che ci garantisce la pasta.

Reckitt ha dei marchi straordinari basti pensare alla Durex. Gary Watts, amministratore delegato nel 2009, prima dell'acquisizione della società di cui era presidente, la SSl International, ora inglobata in reckitt, , commentando l'aumento di fatturato di quell' anno nonostante la crisi economico-finanziaria dei mutui sub-prime che tutti conosciamo bene, disse: "le persone non smettono di farlo perché c'è crisi".

Oltre a Durex negli anni ha creato o acquistato altri marchi prestigiosi che gli hanno permesso di diventare uno dei player più importanti in questo settore.

Come generalmente accade all'interno di determinate società vi sono periodi di rallentamento e crisi, anche Reckitt nell'ultimo periodo, sta vivendo uno di tali periodi, quindi il management è intervenuto con delle politiche aziendali che hanno lo scopo di far ripartire la crescita dell'azienda e indirizzarla verso un obiettivo comune.


L'amministrazione della società ha iniziato a partire dal 2018 una procedura che prende il nome di Zero-base Budgeting, ovvero, un processo di programmazione e controllo del budget che consiste nell'analisi annuale dei costi e dei benefici di ogni singola scelta dell'azienda.
Ogni anno il Budgeting ripartirà da zero e non terrà traccia di ciò che è stato nei 12 mesi precedenti, se effettuato correttamente esso può generare una forte diminuzione dei costi.

Quindi ricapitolando quel che emerge dalle scelte societarie, l'obiettivo della società negli anni a venire sarà quello di concentrarsi sui brand forti e diminuire i costi relativi a processi inutili o a settori che limano la redditività totale dell'azienda.

Personalmente giudico molto positive queste politiche in quanto preferisco le società che si concentrano su pochi brand ma forti, rispetto a quelle che cercano di fare tutto.

Per rendere meglio il concetto, Reckitt produce un utile netto in percentuale sui ricavi che sfiora il 18-19%, un livello decisamente alto per una società così grande e soprattutto importante è come esso viene prodotto.

Infatti dal punto di vista contabile la società ha la straordinaria capacità di generare ricchezza con poco debito.

I debiti a lungo termine e quelli correnti non arrivano nemmeno al valore dell'utile netto, il che vuol dire che in un anno possono ripagarsi tutto senza nessun problema.

Aumentiamo ancor di più la nostra valutazione positiva quando constatiamo che il debito a lungo termine è di circa 900 milioni di euro e l'utile trattenuto dall'azienda negli anni è di 21 miliardi.
Il che sottolinea ancora una volta l'efficienza e le capacità manageriali dell'azienda.

Se l'azienda raggiungerà un prezzo di acquisto che come già detto in altri post deve essere a sconto rispetto al valore intrinseco si può assolutamente pensare ad un investimento nella società.

Nel frattempo seguirò la vicenda e valuterò come gestiranno i cali dei ricavi, i cambiamenti con vendite di settori e gli investimenti nei settori più redditizi.








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