A pranzo da Eataly

Nata nel 2003 da un'idea di Oscar Farinetti, oggi, Eataly si presenta al pubblico come una rivoluzionaria catena di punti vendita specializzati nella distribuzione di generi alimentari.

"La vita è troppo breve per mangiare e bere male". Così recita uno dei tanti slogan di Eataly: è proprio questa l'idea che sta dietro a questi grandi "supermercati". Ossia vendere esclusivamente prodotti di alta qualità e con materie prime italiane.

All'interno dei supermercati sono collocati anche dei punti ristoro, che insieme alla vendita dei prodotti contribuiscono a formare il reddito di Eataly.

Eataly è ormai da anni in continua crescita e in continuo mutamento.
E' riuscita ad aprire punti vendita in svariati paesi, partendo dal primo di Torino arrivando fino agli Stati Uniti o alla capitale del Qatar, Doha.

Lo scopo del mio post però non è quello di raccontare la storia di Eataly, per quello basta aprire il sito della società o cercare su un qualsiasi motore di ricerca.
Ho deciso di parlarne perché questa società potrebbe avere tutte le caratteristiche necessarie per ottenere un vantaggio competitivo di lungo periodo abbastanza forte da poter giustificare un investimento.

I bilanci della società sono ancora poco valutabili data la forte crescita repentina, e considerando che la società non è quotata in borsa, i dati economici sono reperibili con maggior difficoltà e possono talvolta risultare poco chiari.

Mi concentrerò quindi escluivamente sull'aspetto qualitativo della società e non sui numeri di bilancio.

Come faccio spesso per studiare meglio un business, quando ciò è possibile, lo vado a vedere di persona e attraverso domande agli addetti ai lavori, guardandomi intorno, cerco di capire come funzionano i processi aziendali.

Per questo motivo ho visitato la sede di Roma in zona Ostiense.

Ho osservato il più possibile gli scaffali del locale confrontando i prezzi e costatando la veridicità su quel che si dice su questo posto. I prodotti, infatti, sono di una qualità eccelsa e sono difficilmente reperibili in altri supermercati. Alcuni di questi prodotti non li avevo mai visti, acquistarli non da Eataly significherebbe doversi recare direttamente dal produttore.

I fattori che a mio avviso potrebbero dargli un vantaggio competitivo durevole sono i seguenti :

1) Unicità
2) Qualità dei prodotti venduti
3) Marchio italia, che nel mondo è riconosciuto come il miglior cibo in assoluto
4) Capacità manageriali

Partendo dal primo punto possiamo facilmente constatare che una struttura simile ad Eataly non esiste e quindi l'unicità del prodotto è, almeno per ora, ben salda.

Per quanto riguarda la qualità dei prodotti venduti, basta assaggiarne qualcuno mentre si passeggia per i corridoi per rendersene conto.
Il punto 3, invece, è stato confermato anche da numerosi studi internazionali. Sono infatti emersi milioni di persone disposte a pagare cifre cospicue per acquistare prodotti italiani poiché, per l'appunto, riconoscono l'Italia come il paese della cucina salutare e di qualità.

L'ultimo punto, il quarto, è difficile da valutare, perché i dirigenti possono mutare nel corso della storia della società e di Oscar Farinetti, personalmente, non so molto e non ho mai seguito i suoi passi prima di Eataly.

Ma dell'attuale presidente esecutivo, so dire davvero molto.

Andrea Guerra, infatti, da diverso tempo guida l'azienda e contribuisce alla sua crescita sia in Italia che nel mondo.
Guerra è stato in Luxottica per molti anni dandole un contributo davvero rilevante, con idee di lungo termine, concentrandosi sul valore dei marchi posseduti da Luxottica in portafoglio.
Basti pensare che in 10 anni di attività, Luxottica sotto la sua guida ha triplicato i ricavi portandoli dai 2,7 miliardi del 2003 fino ai 7 miliardi del 2013.

Penso sia un bene che Andrea Guerra sia alla guida di Eataly, soprattutto in questo periodo iniziale, dove i continui cambiamenti hanno bisogno di un manager integerrimo e capace.



Durante la visita ho avuto l'onore di parlare con un "contadino" che vendeva i suoi formaggi all'interno del locale su un bellissimo bancone situato al secondo piano.

Gli ho posto alcune domande alle quali lui molto cortesemente ha risposto.
Mi ha spiegato che esistono 3 diversi tipi di "rapporti" che si possono intraprendere con Eataly.

Il primo, usato anche da lui, consiste nel vendere i propri prodotti, in questo caso dei formaggi, direttamente ad Eataly prima di metterli sul bancone, così che i clienti li prendano e li paghino in seguito una volta arrivati alle casse all'uscita del "supermercato".

Un'altra possibilità è quella di vendere all'interno di Eataly e dividere le entrate con quest'ultima in una percentuale che varia, ma che di solito si assesta ad un 30-70 %.

L'ultima opzione invece è la più classica, ma la meno usata.
Infatti, a detta sua, optano quasi tutti per la prima, che riconosce più vantaggi ai venditori in quanto hanno la certezza di vendere un quantitativo fisso ogni mese.
Come dicevo l'ultima possibilità è quello di pagare l'affitto ad Eataly, pratica usata dai ristoranti che, operano al suo interno gestendo indipendentemente i loro punti ristoro e pagando un affitto, sono però costretti a seguire determinate regole come la qualità dei prodotti e la certificazione della loro provenienza.

Dopo aver compreso come funzionano i contratti interni ho passato il restante tempo a ragionare sul suo possibile vantaggio competitivo durevole.

A fine giornata avevo raggiunto una conclusione parziale:


E' forte la possibilità che Eataly generi un vantaggio competitivo in quanto ha diversi fattori che potrebbero determinarlo e che in parte già lo determinano. Rimangono nonostante ciò delle sfide da superare ma, il mio parere almeno per ora è molto positivo. Aspetterò i conti del 2017 e cercherò di studiarne i parametri così da poter valutare in maniera il più oggettiva possibile.












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