La bolla dei tulipani



Gli eventi che innescarono la bolla dei tulipani presero avvio nel 1593, quando un professore di botanica proveniente da Vienna si trasferì a Leida portando con sè una collezione di piante esotiche, tra cui dei tulipani provenienti dalla Turchia. Nel decennio successivo i tulipani divennero un bene estremamente popolare ma molto costoso.
Molti di questi, però, furono colpiti da una malattia non fatale, chiamata il virus del mosaico, che dava ai petali particolari effetti.
Fu proprio questo virus a scatenare la selvaggia speculazione sui bulbi dei tulipani. Gli olandesi, infatti, davano molto valore ai fiori infetti, definiti bizzarrie della natura. Tanto un bulbo era particolare tanto più valeva. Pian piano si sviluppò una vera mania dei tulipani.
Inizialmente i commercianti acquistarono grandi scorte di quelli più particolari, prevedendo una salita dei prezzi. In questo modo il valore dei bulbi di tulipano iniziò a salire all'impazzata. Più il prezzo saliva, più persone lo consideravano un investimento interessante.

Le normali attività del paese erano rallentate a causa della speculazione sui bulbi: "Nobili, artigiani, marinai, servitù e addirittura spazzacamini si buttarono sul mercato. Tutti immaginavano che la passione per i tulipani sarebbe rimasta per sempre. Negli ultimi anni della bolla, che durò circa dal 1934 all'inizio del 1937, la gente iniziò ad impegnare beni personali (terreni, gioielli, mobili) per comprare bulbi che li avrebbero fatti diventare ancora più ricchi. I prezzi raggiunsero livelli astronomici. Presero forma anche le opzioni di acquisto, chiamate oggi call option, ovvero strumenti che conferivano al titolare la possibilità di comprare bulbi ad un prezzo prefissato. In questo modo pagando solo il premio (compreso tra il 15 e il 20% del costo del bulbo) si potevano acquistare i bulbi impiegando poco denaro e con la possibilità di quadruplicare i guadagni ma, anche le perdite.

Nel gennaio del 1637 ci fu un aumento del 2000% del prezzo dei bulbi di tulipano, seguito da un crollo ancora più marcato nel mese successivo. Qualcosa iniziava a scricchiolare: era la realtà che bussava alla porta. I prezzi raggiunsero un livello tale che alcuni, per prudenza, iniziarono a vendere. Immediatamente altri seguirono il loro esempio e, come una pallina da tennis che scende a valle, la deflazione dei bulbi crebbe ad un ritmo sempre più veloce e, in attimo, sul mercato c'erano solo caos e panico.
I commercianti finirono in bancarotta, gli interventi del governo si rilevarono inutili e il prezzo dei bulbi non smise di calare. 

Pian piano si arrivò a pagare un bulbo come una normale cipolla.

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